Les Garçons Sauvages


Quando si pensa alla metamorfosi ciò che viene subito in mente è la trasformazione di un oggetto, animale o persona in qualcos'altro, ma che allo stesso tempo continua a mantenere una sua identità di fondo. Si pensi a Gragor Samsa che, pur rendendosi conto di esser diventato uno scarafaggio, continua a ragionare da essere umano. Una condizione di indeterminatezza, dunque, nella quale le differenze sono annullate e di conseguenza gli opposti coincidono. Les Garçons Sauvages (2017, Bertrand Mandico), capolavoro del cinema contemporaneo, gioca con questa idea di un mondo in continua mutazione; nel quale le isole diventano esseri anfibi, i fiori si trasformano in falli, l'urina, il latte e lo sperma sono la medesima cosa, poiché fluido vitale.


La rappresentazione di un passo del Macbeth messa in scena dai cinque ragazzi per la loro professoressa di letteratura si esaurisce in tragedia quando questi decidono di violentarla e ucciderla. Il volto androgino e innocente permette loro di farla franca davanti alla giustizia, ma i genitori li affidano nelle mani dell'Olandese, perfido lupo di mare, per un viaggio rieducativo. I cinque naufragheranno sulle coste di un isola misteriosa, in cui una fitta vegetazione è la camera incubatrice per una violenta mutazione: i ragazzi a poco a poco scopriranno di essere diventati femmine. 
Travolti da pulsioni irrefrenabili l'omicidio e lo stupro sono il loro passatempo. A guidarli è Trevor, un misterioso essere, un persuasore occulto, che sotto le sembianze di un cane chimerico, perseguita i loro sogni. Il demone si fa carne e si alimenta delle pulsioni maschili. Il fatto che i loro corpi subiscano una metamorfosi da maschio a femmina comporta il venir meno della crudeltà del demone, o almeno questo è ciò che la criptica narrazione suggerisce. La violenza nel mondo è causa del genere maschile, che per sua natura è crudele a dismisura. Altro personaggio che si inserisce in questo puzzle ideologico è Séverine, la dottoressa padrona dell'isola; il suo piano è quello di sfruttare la potenza dell'isola per trasformare lentamente ogni uomo in donna, marinaio dopo marinaio. 
Mandico propone dunque una narrazione articolata in cui ogni piccolo dettaglio conta per capire i motivi e le intenzioni che muovono i protagonisti; un intreccio di simboli e segni, arricchito da una costellazione di riferimenti cinematografici e letterari. 
Come si diceva all'inizio l'idea principale di Les Garçons Sauvages è la metamorfosi, e in particolare la condizione di indeterminatezza che si va a generare. La scena della festa sulla spiaggia è sicuramente il momento cruciale: una festa nella quale a partire da un abbraccio di gruppo i ragazzi scatenano una violenta orgia che è anche una rissa, i baci sono morsi e viceversa, il piacere e il dolore coincidono; corpi contesi da potenze inarrestabili. I colori a neon saturi, la musica ambivalente che mescola la lirica con l'hard rock, e un vortice di piume che avvolge le figure sullo schermo restituisce ancora di più la sensazione di straniamento e dissociazione dello spettatore. 
Immagini in continua mutazione. Il cinema di Mandico seppur nasca da un profondo amore per i classici non è una mera mise en scène citazionista, ma anzi un tentativo di conquista di un immaginario nuovo. Fin dai primi film come Boro in the Box (2011) e Living Still Life (2012) l'autore si propone di seminare i germi di un mondo audiovisuale completamente inedito, sovvertitore delle regole tradizionali, potenzialmente rivoluzionario in cui "L'avenir est femme, l'avenir est sorcièr".







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