Roma


Realizzato a partire dai ricordi d'infanzia del regista, Roma (2018, Alfonso Cuaròn) si presenta come un ritratto intimo e doloroso di un tempo che non c'è più, ma piuttosto che limitarsi a una mera ricostruzione nostalgica, il passato è occasione per un tentativo di comprensione del presente.


La vicenda si concentra sulla vita quotidiana di Manita, giovane domestica di una famiglia altolocata del quartiere Roma di Mexico City nel 1971, anni di profonda instabilità politica e sociale. Tra una colazione da preparare, i bisogni del cane da pulire e bambini da accudire, la giovane sarà testimone della crisi, che non risparmierà la famiglia stessa. Snodo della vicenda: Manita rimane incinta del giovane Fermìn, addestrato alle arti marziali. 
Le immagini elaborate dall'autore sono sature di oggetti e di corpi, gonfie di dettagli. La profondità di campo domina il quadro, pochi, se non del tutto assenti i primi piani. La ricchezza dei particolari, accentuata da un bianco e nero elegante e grezzo allo stesso tempo, restituisce l'impressione di una realtà caotica, disordinata e bulimica. 
Inoltre, come si accennava, Cuaròn, piuttosto che affrettare un limitante dipinto storico, affronta il ricordo per esprimere il suo pensiero sul presente e sull'avvenire. Il tema della maternità e del rapporto tra i sessi sono di nuovo centrali. Quella di Manita è una gravidanza non voluta, destabilizzante. Diventare madri è pura sofferenza, non tanto per il fatto in sé, quanto per il disinteresse, la crudele indifferenza degli uomini. La donna è lasciata sola, certo non che non possa farcela da sola, ma il punto che Cuaròn sembra voler mettere in luce è la disillusione e l'amarezza che costantemente contornano le relazioni tra gli uomini. Se in I Figli degli Uomini (Children of Men, 2006, id.) il parto è un evento miracoloso, in Roma diventa una cinica operazione chirurgica, un aborto autoindotto. Il racconto quindi si articola intorno all'idea di un'umanità desolante e senza futuro, e poiché una nuova vita è impossibile l'urgenza è preservare il presente con le sue contraddizioni.





Nessun commento:

Posta un commento

In evidenza

The Monster: un trauma da favola

  La locandina di The Monster | A24 The Moster è una favola oscura ascrivibile al contagio horror

I più letti